26 Aprile 2025

ernesto nathanMi ripromettevo di scrivere questo post dopo le elezioni. Una riflessione che dalle elezioni parte ma forse arriva altrove. E trova un’espressione, una frase fatta. Quest’espressione è “spero di sbagliarmi”. Volevo pronunciarla a proposito del neosindaco di Napoli, che ha suscitato e suscita la mia massima diffidenza, che ha modi e parole lontanissimi dal mio sentire, che trovo irritante, demagogico, persino stupido. E che pure avrei votato, se fossi ancora residente in città. Non starò a spiegare il perché, credo si capisca. Sono stato felice non tanto della sua personale elezione, ma del risultato globale delle amministrative, della sconfitta di una destra impresentabile e imbecille, in tutta Italia e qui a Napoli in particolare, dove l’infimo livello generale della classe politica tracima, in questa destra, nella migliore delle ipotesi in personaggi da commedia dell’arte, in quella peggiore in figuri da sceneggiata, da angiporto, da casa circondariale. Non che a sinistra brillino i novelli Parri e Calamandrei, anzi. Ma tra un tagliagole ed un borseggiatore si sceglie di evitare il primo. Qui poi c’era il gendarme, coi baffoni, la divisa e la voce tonitruante. Il borseggiatore si è dileguato, è rimasto il gendarme di fronte al tagliagole. Lo abbiamo invocato, adesso è sindaco. Ha “scassato”.

Spero di sbagliarmi. Ecco l’espressione su cui mi gingillo da un po’. Lo schema retorico è classico: si fa un’operazione critica, si allertano gli interlocutori sui rischi, i pericoli probabili di una certa situazione, gli indizi evidenti di questi pericoli. E si dice però: spero di sbagliarmi.

Quante volte è davvero sincera quest’espressione? Quante volte è anch’essa una forma insidiosa di retorica? Quante volte l’ho usata avendo più a cuore il  narcistico desiderio di vedere riconosciuta la giustezza della mia analisi (vedete che avevo ragione? Frase impronunciabile, inelegante, retropensiero incontenibile) piuttosto che quello di vedere le cose andar bene, meglio di come si temeva.

E allora dico e mi dico: no, questa volta lo spero davvero, faccio uno sforzo e privilegio l’aspettativa ottimista, la bontà tonta. Spero che Napoli abbia un buon sindaco, che sia non solo onesto (siamo tutti bravi ad esserlo: basta non fare nulla), ma soprattutto capace. Che sia più bravo a fare che a dichiarare. Che sappia essere umile più che narciso. Che parli poco e agisca molto. Che trovi soluzioni e non nemici. Che sappia coltivare la pazienza del riparare più del furore dello scassare. Lo spero davvero.

2 thoughts on “Spero di sbagliarmi

  1. Condivido quello che scrivi.
    Solo una cosa:
    “Che sia più bravo a fare che a dichiarare.”
    Su questo punto no.
    Certo, non che si debbano fare solo dichiarazioni a cui poi non segua alcunché, ma la comunicazione è importante.
    Far sapere ai cittadini cosa il Comune ed il Sindaco stiano facendo, quali sono gli impegni, le difficoltà ed i “risultati” (ovviamente) è estremamente importante per evitare quella disaffezione verso le istituzioni cronica che si respira da troppo tempo.
    Soprattutto se si vuole considerare le energie (in massima parte giovanili) che De Magistris ha messo in moto e la volontà di cambiare pagina che tanti giovani elettori hanno espresso con il loro voto.
    Ecco, se posso dirlo, questo è a mio avviso, il rischio maggiore, che ci si possa ritrovare davanti ad un’ennesima delusione, ad aspettative frustrate di cambiamento.
    Ma voglio condividere con te l’ottimismo.
    Lucio

  2. Lucio, a mio avviso dichiarare (soprattutto se si procede a colpi di slogan) è una cosa, comunicare è un’altra. E non c’è comunicazione che tenga se non fai bene il tuo mestiere. Sogno una città in cui a comunicare il lavoro del sindaco siano i marciapiedi, le strade, le automobili, i vigili urbani, i palazzi, le espressioni delle persone. Spero di non risvegliarmi troppo bruscamente.

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