26 Aprile 2025

L’Uomo qualunqueTiro subito fuori il rospo: trovo Beppe Grillo sempre più inquietante, pericolosamente demagogico, populista e reazionario. Trovo che le cose che dice e le iniziative che intraprende, ora come ora, e per la maggior parte, siano un concentrato delle peggiori manifestazioni della storia politica (ed antipolitica) italiana. Un piccolo perverso miracolo: mettere insieme il genuino populismo demagogico dell’ Uomo Qualunque di Giannini (“noi” poveri cittadini vessati, impotenti, presi per il culo, torchiati -ed anche un po’ fessi, verrebbe da pensare-, contro “loro”, potenti, tracotanti, intoccabili, ladroni, criminali), mescolato ad istanze forcaiole squisitamente fascistoidi in origine, poi aggiornate recentemente dai Leghisti (In galera! In galera! Roma ladrona!), con i quali sono da notare anche certe affinità di stile (“Vaffanculo day”: Se lo avessero inventato Bossi o Calderoli, sai che bailamme di articoli indignati e/o satireggianti sui giornali, che sopraccigli alzati in segno di disprezzo e siderale distanza… Lo fa lui, ed è un piccolo eroe della società civile, che dà legittimamente voce allo sdegno popolare…). Il tutto integrato con il peggio delle culture “antagoniste”, estremiste, “alternative”: dal precariato schiavitù moderna per colpa di Marco Biagi (vedi sopra, e cambia Bossi in Caruso) al complottismo paranoico noglobal (tu non lo sai perchè ti nascondono la verità, ma i potentissimi padroni del mondo col dollaro al posto degli occhi -magari, chissà, pure un po’ ebrei- lo stanno distruggendo, il mondo, e manipolano le nostre vite per bieca avidità e brama di potere).
Ora, il vero problema, secondo me, è il fatto che a tutto ciò si dia un credito indiscriminato e acritico, “a prescindere”. Persone intelligenti e colte, amici, personaggi pubblici, trovano Grillo simpatico e coraggioso, per pregressa stima, e lo appoggiano di default. Qualcuno dei personaggi pubblici lo fa magari per viltà e calcolo (sarebbe estremamente impopolare contrapporsi ad un così popolare tribuno), ma la maggior parte delle persone comuni si rispecchia nella rabbia che così efficacemente Grillo mette in scena. Qui il discorso si fa più complesso, di natura psicologica. E diventa davvero inquietante. Perchè dal vaffanculo alla forca ed al forcone (metaforico) brandito in piazza contro “loro” (che abbiamo eletto noi, particolare non trascurabile), il passo potrebbe essere terribilmente breve. E Grillo somiglia sempre di più a quegli agitatori di popolo giustizialisti, incazzati, narcisisti ed autoreferenziali, che quando sono stati tentati dallo scendere in campo (Dio ce ne scampi) hanno o prodotto sfracelli o (auspicabimente) sono miseramente naufragati.
Riflettere sulle cose, documentarsi, ragionare, non sempre dare per certe e giuste le affermazioni di chi hai elevato a vate ed a modello di “coraggio” è un esercizio più faticoso e meno soddisfacente dell’incazzarsi contro qualcuno. O del prendere iniziative meno clamorose e distruttive ma forse più efficaci (molti dei miei amici che aderiscono entusiasticamente al V-day non hanno firmato, per esempio, il referendum elettorale. Magari erano pure daccordo, ma semplicemente non si sono posti il problema. Non infiammava le loro budella come il gridare vaffanculo in piazza ai “politici”. Provi a spiegargli che contro una classe politica italiana oggettivamente pessima, il proporre le leggi perorate da Grillo (almeno due su tre, ma forse anche la terza) è un rimedio peggiore del male, che non solo non risolve il problema, ma crea una serio vulnus allo stato di diritto e ai principi della democrazia rappresentativa -non mi dilungo sull’argomento: segnalo tra i vari interventi che si sforzano di ragionare, quello di Luca Sofri, stringato e convincente, e quello di Francesco Costa, più lungo e circostanziato- e loro ti dicono si, vabbè, forse, ma bisogna mandare un segnale, non se ne può più eccetera. Da cui si evince che i segnali migliori non sono quelli che indicano la strada giusta, ma quelli che si vedono meglio, magari sonori e luminosi. Che poi sopra ci sia scritto fesso chi legge, cacca, stronzo vaffanculo, è un dettaglio secondario).

Se non ci fossero molte decisive controindicazioni (di stile e di metodo, da un lato, dall’altro il fatto che non essendo noi i destinatari del vaffanculo, e non avendo particolari motivi per solidalizzare con essi non abbiamo alcun motivo per farlo), darebbe una certa lubrica soddisfazione ipotizzare un Tuetuasorella day. Ma lo pensiamo solo per un istante e facciamo finta di non averlo pensato.

Post scriptum: oggi c’è un ulteriore motivo per deprimersi: Walter Veltroni si è dichiarato daccordo con le proposte di Grillo (Il titolo dato al video dai Grilliani è, più trionfalisticamente, “WV aderisce al V-day”). Le mie braccia sono precipitate nel sottosuolo.

4 thoughts on “V-day: Forche, forchette e forconi

  1. sono parzialmente d’accordo, ma trovo che il problema stia anche nel fatto che per capire perchè succedono certe cose bisogna prima sapere come funzionano.
    alzi la mano chi conosce i meccansimi elettorali e tutto il marchingegno parlamentare tanto da capire di che cosa ci sarebbe davvero bisogno.
    il problema è questo: di fronte a una macchina enorme, oscura e palesemente inefficiente, dalla quale ci sentiamo anni luce, se arriva qualcuno che, maldestramente e con una buona dose di ignoranza (pari alla nostra, autore del blog escluso) propone cose semplici che in qualche modo ci paiono di buon senso (sicuramente più delle dichiarazioni della maggior parte dei politici ai tg) è facile entusiasmarsi.
    dubito che qualche ora di educazione civica in più nelle scuole potrebbe far molto, ma magari sarebbe un inizio..

  2. Capisco perfettamente quel che dici. Infatti quello dell’informazione è il problema fondamentale. Avere un minimo di conoscenza su ciò di cui si sta parlando aiuta ad evitare di aderire acriticamente, basandosi solo sull’istinto e sulla panza.
    Mi rendo conto anche che non si può essere informati su tutto. E qui veniamo ad un altro punto dolente: la fiducia.
    Nessuno al mondo, penso, può sapere tutto ciò che è necessario, su problemi spesso complessi. Allora ci si affida alla fiducia nelle persone che sostengono delle tesi piuttosto che delle altre. In questo sta la pericolosità di Beppe Grillo. E’ enormemente più simpatico di qualsiasi politico, si presume sia in ottima fede, si presume sia informatissimo su tutto (data l’eterogeneità degli argomenti su cui pontifica), è uno straordinario comunicatore, ed è capace di far scattare dei formidabili meccanismi di identificazione “istintiva”, soprattutto giocando sulla rabbia e sulla frustrazione diffusa.
    Risultato: lo si abbraccia entusiasticamente. La rabbia, l’identificazione, il senso di appartenenza collettiva che si manifesta nella piazza ricolma sono sufficienti a sentirsi migliori. Più morali, perchè si combatte per una buona causa contro i cattivi. Più tranquilli perchè si è sfogata l’incazzatura. Gratificati dal non sentirsi soli, ma parte di un “tutto” virtuoso e che ci somiglia. Sono manifestazioni psicologiche troppo simili a quelle tipiche delle masse sotto dittatura per non inquietare.

  3. hai dato fiato ad alcuni dubbi che mi rodevano non poco. e grazie. non tanto perchè mi spaventi la rivolta popolare da presa della bastiglia che i grilliani si accingono (?) a compiere, quanto perchè è importante che chi pensa (altrimenti) si faccia (altrettanto) sentire.

  4. Ciao,
    sono finito su questo blog per caso, non so chi tu sia, se tu sia un personaggio “noto”, o un esponente di qualche movimento o partito,ne quali siano le tue idee. Mi volevo complimentare con te per la finezza e l’eleganza del tuo intervento, e la tua grande capacità di analisi…
    Mi fa piacere constatare che in questo paese persiste qualche cervello non spicciamente demagogico,compresi quelli dei commenti che ho letto…oltre al buon Cossiga,forse.

    Tornando al tuo intervento, direi,se ti può interessare, che concordo ampiamente ( trovo diversi pensieri che ultimamente mi passavano per la testa), forse tranne che lievemente nella parentesi sul referendum elettorale (io penso che i referendum siano una sconfitta della democrazia), anche se capisco e condivido l’esempio per dimostrare la spiccata demagogia di molti “grilliani”.
    In particolare concordo pienamente sulla similutidine,per non dire uguaglianza, fra Bossi e Grillo, paragone che ho sentito fare da Sgarbi oltretutto.

    Io penso che IN PARTE Grillo possa anche avere ragione,o espresso cose sensate, ma secondo me c’è un problema, se non un pericolo; le sue “battaglie” ,come vengono presentate da lui e agli occhi dell’opinione pubblica, appaiono come qualcosa di giusto,un progresso e un miglioramento che porterà la società da un male ad un bene, puniranno i cattivi e premieranno i buoni (probabilmente anche il fascismo appariva come progresso e giusto agli occhi di circa 40 milioni di italiani). Ma secondo non esiste un bene ed un male assoluto (eccetto l’omicidio che è male assoluto),ogni cosa, idea, legge, situazione, persona etc. può avere i suoi pro e contro, che si mescolano ed emergono a seconda di diversi punti di vista…e non è detto che con Grillo la situazione migliori,anzi potrebbe in alcuni campi peggiorare, ma la gran parte della gente penserebbe che sia stata fatta giustizia, e sarebbe cieca a diversi lati “negativi” della situazione (come potrebbe essere accaduto nel passaggio fra Prima e Seconda Repubblica,ad es. ).

    Faccio un esempio scemo: Grillo propone di tornare a scegliere i candidati con le preferenze, io posso anche essere d’accordo, mi piacerebbe scegliere un candidato rispetto che ad un altro, ma attenzione, alla fine c’è il rischio che vengano eletti quello ricco che può permettersi di stampare volantini di maggiore dimensione e numero, quello fico che si presenta meglio ed appare di più in tv, il famoso ex calciatore , il popolare conduttore televisivo, il simpatico comico e la bella ballerina. Tutto questo magari a scapito di un tal Mario Rossi, onesto ed intelligente,più anonimo e con meno disponibilità di mezzi della ballerina, ma forse leggermente più preparato.

    Inoltre, riprendo anche un interessante discorso che ho sentito da Sgarbi, a me non piace questa divisione rigorosa fra buoni e cattivi da emarginare, dove fra questi ultimi rientrano, ad esempio, vecchi (che reputo avere quantomeno più esperienza dei giovani),indagati e ricchi.
    Si combattano pure gli sprechi,si faccia pagare un “giusto” fio a chi deve pagare, ma non è detto che non ci sia del buono nel “cattivo”,e del cattivo del “buono”,che un non indagato (o giovane) sia un uomo (e politico) o di gran lunga migliore di un indagato (o vecchio).

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