26 Aprile 2025

Sempre a proposito di morti ammazzati e sul suo modo di trattarli (o meglio, di utilizzarli, in realtà, per trastullarsi con altro) nella comunicazione.
Sul suo Blog, Matteo Bordone ha scritto uno splendido post, che sottoscrivo integralmente. Parte da un editoriale di Christian Rocca sul Foglio, che, nell’affrontare la strage in Virginia, intitola il suo pezzo “L’America è un po’ pazza” e conclude dicendo.

L’America è Blacksburg o Columbine, ma è anche la società più vitale del pianeta e l’unica capace di prendersi sulle spalle il peso del suo e del nostro futuro.

Io, nel post di Bordone, ho lasciato un commento, che vi riporto qui. Perchè per me l’argomento è uno di quelli che da un po’ di tempo ritornano quasi ossessivamente.

Penso che nel caso di Rocca (e di Ferrara) ci troviamo di fronte ad un desolante fenomeno psicologico, tipico di molte persone dall’intelligenza acuta ed inquieta (ma anche, di riporto, di parecchi stupidi). Si comincia con lo stigmatizzare -giustamente – le banalità conformistiche, gli automatismi mentali ideologici, le frasi fatte, lo scarso uso del ragionamento, la faziosità, si prosegue con l’atteggiamento “controcorrente” di default, si approda alla acritica faziosità speculare, avendo fatto il giro completo. Alla fine ci si sente comunque molto intelligenti e molto etici, senza un particolare sforzo cognitivo. Esattamente come quelli da cui ci si voleva differenziare.

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