26 Aprile 2025

In una serata che offriva molteplici sebbene non garantite alternative (tra le quali un concerto -sic- di Abel Ferrara e soprattutto uno di musica popolare sarda con tenores di bitti e suonatori di launeddas), mi sono fatto convincere da un’amica a dirottare su un cinema d’essai per vedere questo film.
Che dire? Erano anni che non vedevo roba simile. Pressappoco da quando, in fase adolescenzial-cinefilo-pippaiola mi sorbivo film insulsi e/o indigesti con l’animo penitenziale di un Fantozzi alla proiezione della Potemkin. E sebbene, come Fantozzi, mi concedessi talvolta la soddisfazione di poter dire alla fine che trattavasi di cagata pazzesca, il mio sensibile animo ne porta ancora i segni.
Avete presente quei film in cui dapprima si tace attoniti (magari è l’inizio, dopo sarà meglio…), poi si comincia a bisbigliare imbarazzati, poi si comincia a fare qualche battuta discreta, poi si passa alle risate incontenibili ed alle battute da osteria? Ecco.
Un’ininterrotta pippa del peggiore stampo (pseudo) letterario, (pseudo) teatral-colto, verboso, irrisolto, irritante, da far ululare di noia persino i braccioli delle poltrone. Tratto da una novella di Balzac, il cui scheletro presumo in questo momento stia ballando la macarena al Pere Lachaise, riassume il peggio del cinema europeo. Abbiamo inutilmente sperato in un intervento di restoring hope da parte dei fantastici quattro, di spider man o di pippo olimpionico. Ma erano evidentemente speranze vane, partorite dalla fantasia di cervelli alla disperazione. Unico elemento piacevole, la notevole rassomiglianza della faccia di Michel Piccoli nei panni di un anziano e sorridente nobiluomo, con quella di Enzo Cannavale, la cui presenza in questo film sarebbe stata una vera panacea.
Siamo usciti con un sentimento di nostalgia isolana, desiderosi di pane carasau, porceddu e filu e fierro. Invocavamo Maria Carta. Ma era troppo tardi, ahimé.

Il conto:
Spesi: 7,50 euro
Valore effettivo: 1,00 euro
Bilancio: -6,50

3 thoughts on “La duchessa di Langeais

  1. noo! sono arrivata a leggere ‘un’ininterrotta pipp…’ e poi ho smesso. Leggo (perché in grassetto) Michel Piccoli…Enzo Cannavale e forse capisco il nesso…
    L’ultimo baluardo del cinema estivo distrutto così, a una che deve stare ancora un bel po’ nella caldissima città meneghina…un po’ però me lo aspettavo.

  2. Ti sei scoraggiata troppo presto… il meglio del post veniva dopo 🙂
    Tuttavia, consolati: l’estate offre di solito retrospettive all’aperto, anche a Milano, credo, no? Così si recupera quel che si è perso.

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