26 Aprile 2025

Disegno di Saul SteinbergViviamo in un paese nel quale la lingua italiana viene quotidianamente stuprata dalla cosiddetta prosa giornalistica. Questi stupri continuati hanno prodotto una numerosissima prole bastarda di espressioni-slogan da cerebrolesi che affliggono le nostre comunicazioni.
Prendiamo uno dei casi più tristemente famosi. Il suffisso “-poli“, da qualche migliaio di anni, prima in greco e poi in italiano, vuol dire città. Qui da noi, a partire dal 1992, ha cominciato lentamente ma inesorabilmente ad indicare tutt’altro. Tutto ebbe inizio quando qualcuno s’inventò l’espressione Tangentopoli (in quell’unico caso, semanticamente corretta, benchè non particolarmente elegante: Milano, città delle tangenti). Oggi per i più quel suffisso significa corruzione, scandalo affiorato a seguito d’indagine. Appicicaci qualsiasi cosa davanti, ed ecco che quel qualcosa si tinge di losco e di lubrico, pronto per essere servito sulle pagine inchiostrate o sui TG. Nascono così gli orrendi Affittopoli, Sanitopoli, Calciopoli, Vallettopoli e via dicendo. Anni fa queste parole avrebbero evocato rispettivamente, che so, luoghi dove le abitazioni sono esclusivamente date in locazione, cittadelle ospedaliere, Coverciano o Villar Perosa, un paradiso abitato da pinups. Invece. E per di più, mi suggerisce Lucia, un’ancor più ardita acrobazia linguistica è stata fatta anche con l’inglese (dal Watergate siamo arrivati al Laziogate, il cancello del Lazio, che sarà probabilmente Gaeta o Terracina).
Insomma, se è stato lecito perpetrare quest’arbitrio, mi pare altrettanto se non più legittimo fare l’operazione inversa e provare ad interpretare al modo d’oggi parole d’uso comune, cognomi, luoghi che hanno in comune quelle quattro letterine alla fine. Ecco dunque alcuni ipotetici titoli/notizie: improbabili ma verosimili.

Insospettabili imprenditori del settore avicolo importavano anatre illegalmente: esplode il caso Paperopoli
Come sopra, in un comparto affine: Gallipoli
Metropoli
. Perquisito a Ginevra l’istituto dei pesi e misure. Qualcuno barava sui millimetri. Sequestrato dal magistrato il campione di riferimento.
Piepoli: Vecchiette rubavano gli oboli in chiesa: fermate ed interrogate dagli inquirenti.
Trinitapoli: Blitz dei Carabinieri in Vaticano: in manette il Padre il Figlio e lo Spirito Santo. L’accusa è di associazione a delinquere. Li inchioda la confessione di un pentito tedesco.
Minopoli: Indagata a Lugano per evasione fiscale la più famosa cantante italiana.
Popoli. Sotto inchiesta per emissioni inquinanti riversate nel fiume importanti imprenditori della Val Padana.
Trampoli. Sei ore sotto il torchio del magistrato i funzionari dell’azienda municipale dei trasporti, accusati di corruzione per gli appalti delle rotaie.
Strippoli. Gli insospettabili politici che frequentavano locali di spogliarello negano ogni addebito.
Grappoli. Retata dei NAS nelle distillerie del Triveneto. Trovate botti di acquavite adulterata. Nonino e Nardini si difendono: non ne sapevamo nulla.
Monopoli. In questo singolare (è il caso di dirlo) caso di corruzione, c’è un unico indagato che corrompeva se stesso. Riserbo dei magistrati sulle modalità del crimine.
E, per terminare adeguatamente, una domandina facile facile: Come venivano comunemente chiamati in Italia fino a qualche tempo fa ed anche ora, sebbene più raramente, i due schieramenti politici contrapposti? Vi aiuto: i due…. ?
A conferma che ormai, signora mia, è tutto un magna magna.

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