Sono andato a vedere finalmente questo film dopo un’ininterrotta serie di input (personali e pubblici) che lo segnalavano come uno dei migliori della stagione. Di solito, con queste premesse, temo la delusione. Ma non c’è stata. Questo è davvero un gran bel film, e se non l’avete ancora visto, andateci.
La prima sensazione che mi ha dato è stata quella di una discendenza diretta, ed in alcuni momenti quasi esplicita nella citazione, dal capolavoro degli anni ’70 di Francis Ford Coppola: La Conversazione. Per me, quello è stato uno dei momenti “formativi” della mia carriera di spettatore, e lo ricordo sempre con grande emozione. Questo film di Florian Henckel gli rende omaggio senza esserne una copia minore, e laddove Gene Hackman, in clima di Watergate e di intrighi spionistici intercettava pezzi di vite altrui per puro lucro, con professionalità capitalistica, divenendo vittima egli stesso del sistema di cui era un asettico utensile, qui il protagonista Ulrich Mühe forma la sua competenza nel sistema concentrazionario della DDR, e del suo orwelliano servizio d’informazione, la famigerata Stasi, “Spada e scudo del socialismo”, come viene detto dagli stessi occhiuti funzionari. Ed anche lui come l’altro personaggio, laconico e solitario, apparentemente privo di passione, inciamperà nel proprio percorso segnato (per entrambi l’intoppo nasce dall'”osservazione” di una coppia di amanti, e per entrambi la musica rappresenterà un momento simbolico di questo inciampo, di questa possibile alternativa esistenziale). Il tutto raccontato con asciuttezza e tensione, in due ore e mezza intense a dispetto del clima molto “europeo” e gaio quanto può esserlo Berlino Est prima della caduta del muro. Volendo essere molto ma molto puntigliosi, ogni tanto emerge qualche piccola ingenuità narrativa, qualche didascalismo di troppo, qualche eccesso di melò in una narrazione per altri versi molto sobria. Ma sono davvero peccati veniali.
Concludo con un paio di note personali. Più del solito, l’ossessione delle somiglianze ha colpito ancora. Il funzionario GW mi ha ricordato parecchio il mio amico Francesco Costa, lo scrittore de La volpe a tre zampe. Un altro attore sembrava Erri De Luca, un altro ancora il regista Capuano. Ma soprattutto, il coprotagonista, lo scrittore di regime spiato, è la (bella) copia di F. di cui al post precedente. Sarà perchè non lo vedevo da tempo, e l’avevo incontrato il giorno prima…. Ma trattandosi (sempre nel post precedente) di misteri tra l’esoterico e le coincidenze Junghiane, la cosa più sorprendente e sincronica che riguarda questo film, Berlino, la Musica e me, ve la racconterò in un post a parte.
Il conto:
Spesi: 5,00 euro
Valore effettivo: 7,50 euro
Bilancio: +2,00 euro
ho visto anch’io “le vite degli altri” forzandomi a uscire perché non mi sentivo bene, come mi succede spesso di questi tempi, e sono stata ripagata moltissimo dello sforzo. Sono entusiasta. Non conosco invece “la conversazione” ma so dove posso trovarlo e lo vedrò. Ti ringrazio per averlo citato, il tuo blog è ricco di spunti preziosi.
Ciao.
Ondina
e mi è piaciuto anche questo. Lei, poteva essere meno debole ed aspettare prima di “ammazzarsi”… La figura di lui, il protagonista che assomiglia a Francesco Costa, è meravigliosa 😉