Ieri, sotto una uggiosa pioggerella, incrocio il mio amico F. intento a camminare trafelato, reggendo con una mano l’ombrello e con l’altra il cellulare pigiato sull’orecchio (assetto tipico nel quale lo si può avvistare spesso nel quartiere Chiaia-Posillipo). Gli faccio un cenno di saluto e tiro dritto. Lui, mentre parla al telefono, si produce in un’enfatica pantomima in cui m’invita a fermarmi per, immagino, comunicazioni della massima importanza. Finita la telefonata, mi consegna un paio d’inviti per la manifestazione di cui è curatore, l’Uovo di Napoli: una rassegna che si terrà dal 2 al 5 maggio -nell’ambito del Maggio dei Monumenti napoletano- di cinema e letteratura su “i misteri del capoluogo partenopeo”. La cosa mi pare interessante, e penso che ci andrò. Il programma, che potete vedere sul sito ufficiale, è ricco è presenta alcune cose davvero interessanti, come dei documentari su alcune tradizioni magico-esoteriche ed il magnifico “C’era una volta” di Francesco Rosi.
Mentre, sempre sotto la pioggia, mi spiegava doviziosamente il contenuto del festival, F. ha ricevuto altre due o tre telefonate, ha abbordato un’altro paio di conoscenti cui ha mollato i depliants ed ha annotato l’indirizzo del presente blog. Tanta profusione di energia non poteva non essere gratificata. Ora ho la coscienza a posto.