26 Aprile 2025

Ieri, ho sentito una di quelle notizie -capitano- di fronte alle quali la reazione è “ma davvero solo ORA hanno deciso così”?

La notizia è la seguente: L’Unione Europea ha deciso di proibire l’importazione (che finora, a quanto pare, era fiorente) di pellicce di cane e gatto prodotte in una serie di paesi dell’estremo oriente, principalmente in Cina.
La notizia (al tg2) era corredata di immagini, parzialmente “purgate” di allevamenti dei suddetti animali.  

Ci sono certi argomenti su cui ognuno gioca la propria personale inclinazione alla empatia del dolore. Il mondo è pieno di tragedie, di uomini donne e bambini morti, uccisi, resi schiavi, utilizzati per il traffico di organi, violentati e via dicendo. Io personalmente -non perché sia insensibile alle suddette tragedie, tutt’altro- provo una stretta particolare allo stomaco quando vedo e sento cose, magari meno “gravi” che riguardano gli animali, ed i cani  in particolare. Debolezza da zitella anglosassone, forse. Nessuno è perfetto. Ma forse anche perchè mi pare di leggere in questi comportamenti umani una metafora, un indizio svelato, un archetipo di ciò che di peggio è possibile fare quando non ci sono barriere morali ad arginare un tipo di comportamento che è la quintessenza del male: l’indifferenza alla sofferenza o più spesso il godimento sadico nei confronti di esseri senzienti coi quali c’è relazione affettiva, inermi ed innocenti, giustificato dall’interesse materiale. Che siano cani e gatti è solo un dettaglio. Non per loro, ovviamente.

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