Ogni tanto, sebbene raramente, anche Bush ne imbrocca qualcuna.
Dopo la notizia dei falliti attentati di Londra, aveva definito “Fascisti islamici” i terroristi. Benchè il concetto l’avesse già espresso molto bene Paul Berman nel suo bellissimo libro, faceva piacere sentire un sussulto di verità e intelligenza da una fonte di solito scarsamente dotata di queste qualità.
Per le strade di Napoli, occhieggia in questi giorni il manifesto che vedete nella foto. Sebbene in una prospettiva decisamente più provinciale, i conti tornano. Questi sono dei fascisti nostrani, del tipo classico, a cui non sembra vero, nel momento in cui Israele fa una tragica cazzata dietro l’altra, poter mostrare una foto in cui miliziani arabi fanno un saluto più o meno romano, inneggiare ad Hamas ed Hezbollah e contro la “Criminale aggressione Americano-Sionista”. I conti tornano, ed i fascisti pure, inestirpabili (su questi argomenti quasi uguali peraltro a certi imbecilli antagonisti di sinistra, salvo qualche lieve dettaglio scenografico).
Me li immagino, questi arditi di Fuorigrotta, questi ariani dell’Arenella, doversi mordere la lingua per non sostituire la parola “giudaico” a “sionista”. Sarebbe stato troppo, anche per la loro arditezza. Non bisogna esagerare, poi magari passano un guaio. Bisogna dire che questi coglioni, con tutta la loro priapica retorica di eroismi e morte, sono anche parecchio codardi. Come del resto uno dei loro vati, David Irving. Che, dopo una vita spesa a negare l’olocausto, nel momento in cui lo processano per questo (farsa nella tragedia), si affanna a chiedere scusa ai sopravvissuti per evitare la galera. Gli hanno dato tre anni. In aula, i suoi supporters inneggiavano ad Ahmadinejad. Tutto continua, purtroppo, a funzionare con la precisa banalità di un orologio svizzero.