Nella sala dove ho visto questo film che parla di magie e stupefacenti artifici da palcoscenico, un paio di file più avanti, c’era Arturo Brachetti. Che è un po’ come andare a vedere Il silenzio degli innocenti in compagnia di Pietro Pacciani. Singolare e divertente esperienza (la mia, quella vera dell’altra sera. L’altra, oltre che impossibile per il sopravvenuto decesso dell’agricoltore toscano, sarebbe stata meno rassicurante). Ma non divaghiamo.
A quanto pare, negli ultimi tempi al cinema ed in libreria vanno molto di moda storie di maghi e prestigiatori, ambientati in contesti fine ottocento-inizi novecento, decorativi ed evocatori quanto si può, al confine simbolico e concreto tra le oscurità tradizionali dell’esoterismo e il sopravvenente progresso tecnologico del novecento, tra la finzione dichiarata e la vera magia, i doppi e tripli fondi degli oggetti e delle personalità e via dicendo. Facile cogliere la grande potenzialità narrativa di tutto questo materiale. Poi, farne buono o cattivo o mediocre uso, artisticamente parlando, sta tutto alle responsabilità di chi realizza il manufatto. Dopo aver visto il magnifico The Prestige, questo film sembra veramente poca cosa. Ben confezionato, certo. Fin troppo. Si avverte la preoccupazione di sembrare il più possibile curato, sofisticato, “di classe”. Ti strizza l’occhio come le confezioni elegantissime di certi cioccolatini che quando li addenti si rivelano modestissimi. Ed infatti quest’attitudine estetizzante che nasconde il vuoto di idee, ruffiana irritante e sotto sotto molto cheap, mi ha ricordato l’ancor peggiore, sotto questo aspetto, Chocolat. Roba per sartine che vogliono sentirsi molto colte e à la page (massì, concedetemi un po’ di deprecabile snobismo, ogni tanto….). Sfronda sfronda, il plot si riduce ad una tormentata storia d’amore (le sartine saranno contente) tra il povero ma intelligente giovanotto col dono dell’abilità magica e la bella principessina, idillio avversato dai ricchi ed arroganti cattivoni (asburgici, in questo caso). Con l’aggiunta di un asburgico poliziotto che è l’ombra del mago buono, di cui avverte la fascinazione e di cui è costretto ad essere il persecutore. Ed un colpo di scena finale che per un minimo rianima il tutto. Ma resta la sensazione del vuoto e della superficialità. Che dietro l’involucro leccatissimo nasconde madornali leggerezze (una per tutte: nella Vienna di fine ottocento, fuori al teatro dove si rappresenta lo spettacolo di un mago inequivocabilmente teutonico, che si chiama Eisenheim, sui manifesti si legge Eisenheim The Illusionist. In inglese).
Edward Norton, di solito bravo, qui si produce in poche variazioni su un’unica espressione tra il triste, l’assorto e il rassegnato. Paul Giamatti funziona bene nel ruolo semigrottesco del poliziotto al soldo del cattivissimo erede al trono. L’esordiente pischella di cui non ricordo il nome, che viene spacciata sui rotocalchi come la donna più bella del momento, somiglia abbastanza ad Aida Yespica, il che non favorisce una percezione oggettiva dei suoi eventuali talenti drammatici.
A fine spettacolo, mentre il pubblico lasciava la sala, Brachetti rimaneva seduto a discutere animatamente coi suoi accompagnatori. Sono stato tentato dall’andare ad origliare, ma poi ho desistito. Magari a lui è piaciuto. Chissà.
Il conto:
Spesi: 5,00 euro
Valore effettivo: 4,00 euro
Bilancio: -1,00
eccomi a commentare, per due fondamentali motivi:
1) far sapere che non sono deceduta nel frattempo..
2) ho visto il film. mercoledì sera, in compagnia di mio figlio, tanto per lasciare papà a casa a fremere ed eventualmente urlare per il milan… il che, quando capita, ci fa sobbalzare.. abbiamo scelto the illusionist per necessità, a parte un film per bambini c’era poco altro da vedere..eravamo in poi ma il colpo di scena finale ha sollevato qualche timido applauso…a me è rimasta l’idea che in fondo anche l’ultima potesse essere un’illusione (con la scelta di crederci o no, per il poliziotto e per noi, cullandoci nell’idea di una manipolazione a fin di bene) e, soprattutto, dopo averne sentito in giro e avere letto anche la tua, la voglia di vedermi (ormai presumo in dvd, ahimè) questo benedetto The Prestige…
aspettero’ l’uscita di The Prestige come una adolescente fuori da fnac appena il mio informatore mi dirà la data in cui verrà messo in commercio. Se potete, recuperate “Following” di C. Nolan. è, manco a dirlo, bellissimo.