26 Aprile 2025

Ennio FlaianoRileggendo quel che ho scritto nel post precedente, ho l’esigenza di chiarire meglio quel che volevo dire. Scusate l’insistenza.
Non m’interessa l’invettiva antiberlusconiana in genere, purchessia. Penso che sia un esercizio abusato, facile e inutile. Anzi, spesso più vantaggioso per Berlusconi che per i suoi detrattori.
Quel che mi lascia interdetto, più che lui, quel che ha fatto, quel che ha detto, è tutto l’insieme. E’ il fatto che si consideri normale, in Italia, sulla stampa, e nei commenti politici, che uno -uno importante, non un pirla qualsiasi- che si vanta di essere l’unico vero liberale tra i politici, che parla ossessivamente di libertà ed, all’opposto, di comunismo come sistema oppressivo, totalitario, antiliberale ed antidemocratico, uno così vada a ribadire tutto questo in un convegno di neofascisti se non neonazisti, di cui si dice amico ed alleato. Su un palco dal quale giganteggia una sinistra fiamma e la parola MUSSOLINI a caratteri cubitali.
Proviamo per un attimo a fare un banale esercizio di fantasia.
Immaginiamo che, ad esempio, in Francia esista una signora, che so, nipote del Maresciallo Pétain. Jaqueline Pétain, per dire. Che guida il Front National. Anzi, che ha personalizzato il FN, trasformandolo elettoralmente in “lista Pétain”. Immaginiamo Chirac che ci si vuol alleare. Che va da lei a tuonare contro la dittatura comunista, su un palco con la scritta Pétain da sotto.
Oppure che Greta Goebbels ospiti l’amico Kohl o l’alleata Merkel sotto uno striscione bruno col suo nome. Che Aznar vada al congresso dei neofalangisti guidati da Dolores, Inés, e Nuria Franco, tre ex attrici discendenti del Caudillo che, dopo essere state scartate da Almodóvar per un suo film, si sono buttate in politica.
Riuscite ad immaginarlo? Difficile, lo so. Ma se ci riuscite, immaginerete anche una enorme baraonda. Il mondo politico, giornalistico, culturale, l’opinione pubblica europea in subbuglio. Non sarebbe una cosa normale. In Italia lo è. Per l’Italia lo è. A quanto pare si sono abituati a considerarci una bizzarra anomalia anche all’estero. Simpatici, superficiali, sbruffoni italiani. Tanto tutto s’aggiusta, volemose bene. Dopotutto Alessandra è nipote pure della Loren. E Silvio è un simpaticone naif, piace proprio per quello. Non vale la pena di prendere nulla sul serio da queste parti. Anche se non mancano qui le intemerate moraliste dei rigorosi custodi dell’etica di stampo calvinista, principalmente su bandane e stallieri, meno sulla politica (e su colonne di giornali ricolmi di gossip e cronaca nera e tette) queste sono, appunto, moralistiche, ipocrite, tutt’altro che serie. Da queste parti esiste solo la commedia. Il dramma o la tragedia, o semplicemente il racconto senza oleografia, senza “colore”, non ha cittadinanza.
Eppure Mussolini  -Benito-, era Italiano. Sarà stato un personaggio ridicolo, ma lui e gli eventi che ha generato sono stati di una tragica serietà. Una dittatura ventennale, una guerra, l’alleanza e la complicità morale col peggio del ventesimo secolo. Una guerra civile, milioni di morti. Una repubblica nata, almeno sulla carta, in opposizione consapevole e memore a quella e quindi a tutte le dittature.
Tutte cose abbastanza serie che l’Italia è stata in grado di produrre. Eppure.
Lo so come questo post potrebbe andare a parare. Con l’inevitabile citazione di Flaiano. Ma ve la risparmio. Anche lui ha diritto ad essere lasciato in pace per qualche minuto nella tomba.

1 thought on “Il mandolino virtuoso

  1. fin dagli inizi il comunismo si è affermato come un partito DEMOCRATICO E LIBERISTA ! al contrario del partito fascista che ricordo che quando mussolini era candidato affermava di essere liberale ma dv aver avutola vittoria ha spudoratamente dechiarato anti-democratico…e non dico altro perchè queste parole hanno detto già tutto!

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